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Rovereto è da sempre il cuore nevralgico dell'innovazione e dell'industria in Trentino.
La sua posizione strategica - alle porte di Verona e slanciata verso la pianura padana - e la sua forte tradizione manifatturiera, l’hanno resa nel corso dei secoli il luogo privilegiato dove fare impresa.
La sua vocazione industriale ha radici lontane. Bisogna tornare indietro al ‘400, quando la Repubblica di Venezia inizia l’occupazione di Rovereto e la trasforma nella “città della seta”. Per quasi quattro secoli il borgo trentino è stato uno fra i più importanti centri serici della Serenissima e i tessuti prodotti in Vallagarina venivano venduti nei mercati di tutto il mondo.
Nell’800, sotto il dominio asburgico e con la crisi del settore della seta, Rovereto cambia pelle e diventa la città del tabacco. A Borgo Sacco nel 1854 viene infatti costruita la Manifattura Tabacchi, che crea nuove professionalità e nuovi posti di lavoro e diventa presto il motore pulsante dell’economia roveretana.
Questa imponente fabbrica, che ha attraversato un secolo e mezzo di storia ed è sopravvissuta a due guerre mondiali, rispecchia a pieno l’anima resiliente della città. Quando è stata chiusa a inizi anni 2.000 ha infatti lasciato un’eredità che non poteva essere dimenticata. Grazie a un grande progetto di riqualificazione della Provincia autonoma di Trento, negli stessi stabilimenti dove prima si lavorava il tabacco ora si progettano dispositivi per la riabilitazione a distanza, si collaudano serre verticali, si sviluppano software industriali e molto altro ancora. In quegli antichi capannoni è nato un ecosistema che guarda verso il futuro, dove imprese, startup, centri di ricerca e università collaborano per sviluppare competenze e innovazione tecnologica.
Ma questa è un’altra storia...
La decisione di costruire a Borgo Sacco una Manifattura Tabacchi è nata a metà dell’Ottocento per rispondere alla crisi del settore della seta, che dal ‘400 al ‘700 aveva guidato l’economia di Rovereto.
Lo stabilimento entrò in funzione nel 1854-1855 con due laboratori di 220 operaie l'uno. Si producevano quattro prodotti: sigaro Virginia, tabacchi da fiuto, sigarette a mano ed estratto di tabacco realizzato con gli scarti.
Fino al 1914 l'opificio è stato uno dei più importanti dell'Austria e dava lavoro a 2.000 persone, per lo più donne. Per molti decenni fu l'industria trentina con la maggiore capacità di assorbimento di manodopera e il luogo dove presero avvio numerose innovazioni sociali, come il primo asilo nido aziendale, il primo banco di mutuo soccorso e la prima organizzazione sindacale.
Con gli anni la produzione è andata via via diminuendo e la Manifattura Tabacchi ha chiuso definitivamente la propria attività il 31 marzo 2008.