Smartpricing: l'IA al servizio degli albergatori
Febbraio 2024

È stata inserita nel 2023 da Sifted - Financial Times fra le prime 9 startup italiane da “tenere sott’occhio”. È stata indicata da Linkedin come una delle 10 principali nuove imprese emergenti nel nostro Paese. In tre anni di vita ha acquisito circa 3 mila clienti, dà lavoro a 130 professionisti e ha l’ambizioso obiettivo di raggiungere, nel medio periodo, i 100 milioni di fatturato.

Stiamo parlando di Smartpricing, startup trentina che aiuta hotel, B&B, residence e case vacanza a guadagnare di più e a lavorare meglio, sfruttando la potenza dell’intelligenza artificiale.


Abbiamo deciso di fare due chiacchiere con Luca Rodella, CEO e co-founder di Smartprincing, all’indomani della chiusura del loro ultimo round di finanziamento (13 milioni di euro) guidato da uno dei più importanti fondi di investimento a livello internazionale.

 

 

 

 

 

 


Partiamo dall’inizio: cosa fa Smartpricing per aiutare gli albergatori ad aumentare il proprio fatturato?

È molto difficile per un albergatore decidere i prezzi delle proprie stanze, perché ogni notte è diversa e c'è una domanda sempre differente. Quello che noi facciamo principalmente attraverso il nostro software è determinare il prezzo migliore, alzandolo e abbassandolo in maniera dinamica, senza che il cliente debba fare nulla. In questo modo chi si affida a noi riesce ad aumentare il proprio fatturato, in media, di oltre il 30%.

Non vi limitate però solo alla gestione dinamica dei prezzi...

Esatto. Al momento abbiamo altri due software a supporto dei nostri clienti. Il primo aiuta gli albergatori a gestire i pagamenti in maniera più intelligente e automatizzata, mentre l’altro agevola la vendita dei servizi extra come il parcheggio, la spa, l'istruttore di arrampicata, una visita turistica guidata, e così via.

Un set di servizi che vi sta garantendo un grande successo, nonostante un inizio in salita.

Siamo nati a febbraio 2020, un mese prima dello scoppio della pandemia da Covid 19. Di fatto per noi è come esser stati in coma per un anno e mezzo. È un brutto termine, però quella era la situazione a livello di business. Di fatto quindi i risultati che abbiamo ottenuto sono arrivati in circa due anni. Ora abbiamo 3 mila clienti sparsi in 17 Paesi e 130 dipendenti provenienti da tutta Europa. Sfruttiamo molto il lavoro da remoto, quindi per noi trovare talenti non è mai stato un problema, perché abbiamo un bacino internazionale da cui attingere.

Parliamo dei finanziamenti che vi hanno garantito questa importante crescita.

In questi anni abbiamo raccolto tre round di finanziamento principali: Pre Seed, Seed e Series A. Con il Pre Seed abbiamo raccolto 400 mila euro da alcuni clienti che hanno deciso di credere in noi e del debito delle banche, per un totale di circa 1 milione di euro. Un anno dopo abbiamo raccolto il Seed Round, a cui hanno partecipato fondi di venture capital italiani. In questo caso abbiamo raccolto altri 2 milioni e 100 mila euro.
A fine dell’anno scorso, quindi pochi mesi fa, abbiamo raccolto l'ultimo round, pari a 13 milioni di euro, che include sia equity (11 milioni) sia debito (2 milioni). La cosa particolare di questo round è che è stato partecipato da Partech, uno dei fondi storici europei, che gestisce oltre 2 miliardi e mezzo di euro a livello globale. 

Che ruolo ha avuto il Sistema Trentino nel vostro percorso di crescita?

Probabilmente se fossimo nati in un'altra regione o provincia italiana non avremmo avuto gli stessi aiuti. Mi riferisco per esempio al percorso dell’Investor Day, organizzato da Trentino Sviluppo, che sicuramente è stato un importante trampolino di lancio. Ma non solo. Abbiamo potuto beneficiare di finanziamenti e aiuti a livello provinciale e abbiamo sfruttato la possibilità di utilizzare spazi di lavoro nei poli tecnologici trentini, prima in Progetto Manifattura, poi in Polo Meccatronica, dove tuttora lavorano alcuni nostri dipendenti. Per questi motivi il Trentino potrebbe diventare un punto di riferimento in Italia per l'ecosistema startup.
 

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