Il concetto di “libertà economica” può essere sintetizzato come la possibilità di fare impresa in modo libero, senza vincoli o ostacoli che limitino l’economia di mercato e la libera concorrenza. Un primato particolarmente ambito che per quest’anno spetta al Trentino, secondo un’indagine commissionata dal Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi di Torino e presentato nei giorni scorsi a Roma nella sede di Comin & Partners.
Lo studio “Libertà economica nelle regioni italiane e l’attrattività del Paese Italia”, nato dalla collaborazione tra il Centro Einaudi e il Fraser Institute di Vancouver, analizza e valuta la libertà economica di ciascuna Regione italiana con una prospettiva globale. L’intero lavoro è basato sulla valutazione di 38 parametri raggruppati in 11 aree: economia, finanza, società, legalità e sicurezza, energia e ambiente, cultura, mercato del lavoro, infrastrutture, pubblica amministrazione, istruzione e immigrazione.
Il report prodotto dal think tkank torinese ha il merito di concentrarsi sui trend a lungo periodo, analizzando le performance delle singole regioni in 3 diversi periodi: pre-crisi (dagli anni 90 al 2007), crisi (2008-2012) e post-crisi (2013-16). Un lavoro minuzioso e di prospettiva, che assegna al Trentino la “palma” dell’area con la più alta libertà economica sia nel triennio più recente che durante gli anni della crisi economica dell’eurozona.
Il Trentino non è nuovo a primati di vario tipo, specialmente negli studi che indagano sui parametri fondanti della qualità della vita come l’istruzione o il sistema dei servizi. Secondo questo report sulla libertà economica, la provincia di Trento stacca la concorrenza delle altre province italiane anche per quanto riguarda “sviluppo economico” e “attrattività di impresa”, rientrando di diritto tra le “locomotive d’Italia”.
Il ruolo propositivo del Trentino Alto Adige e la capacità di mantenere elevato il proprio livello di competitività risaltano ancora di più in uno scenario nazionale molto frastagliato in cui oltre al tradizionale divario tra Nord e Sud emerge sempre più uno squilibrio tra Ovest ed Est d’Italia (con le regioni occidentali ferme al palo). In una situazione globale ricca di incertezze, questa affidabilità del sistema trentino è un segnale importante per affrontare con ottimismo i grandi progetti di sviluppo previsti per il prossimo futuro.