
Sono da poco passate le 22 (ora italiana) del 2 aprile, quando Donald Trump, in diretta dalla Casa Bianca, impugna l’ormai famigerata tabella dei “Reciprocal Tariffs”. La lettura dei dazi in entrata che gli Stati Uniti avrebbero applicato da lì a qualche giorno a 174 paesi del mondo, dura meno di cinque minuti. Cinque minuti – iniziati con la Cina (sui cui prodotti erano stati annunciati dazi al 34%) e terminati con lo Sri Lanka (44%) - che hanno avuto l’effetto di un terremoto.
Al di là delle letture politiche, economiche e finanziarie in merito a quello che è stato definito “Liberation Day” (una beffa agli italiani, per i quali il giorno della Liberazione è tutt’altra cosa), un concetto è emerso forte e chiaro: in una situazione economica volatile come quella odierna, le imprese devono essere pronte ad affrontare cambi di rotta e scossoni repentini, in uno scenario in cui nulla è più scontato. Il valore del commercio tra Trentino e Stati Uniti è di circa 683,5 milioni di euro l’anno e l’America rappresenta il secondo paese, dopo la Germania, per esportazione di beni dal nostro territorio. Ora più che mai tutto questo è messo in discussione.
Viene quindi da chiedersi: il sistema produttivo e imprenditoriale trentino è pronto ad affrontare la situazione attuale? Quali sono gli strumenti messi a disposizione delle imprese dalla Provincia e dagli attori territoriali? L’internazionalizzazione delle aziende è un ambito su cui il Trentino sta investendo le giuste risorse?
Abbiamo provato a rispondere a queste domande attraverso analisi economiche e interviste ad esperti, stakeholder e imprese, che con l’internazionalizzazione si incontrano e si scontrano ogni giorno.
La situazione globale. Una parola: incertezza
Se si dovesse descrivere la situazione economica di oggi con una sola parola, la più adatta forse sarebbe “incertezza”. Un’incertezza che si è accentuata in particolare negli ultimi 7-8 anni e scaturita da un cambio importante di paradigma nelle dinamiche commerciali a livello internazionale. A partire dal 2018 infatti, in seguito alle tensioni tra USA e Cina nate durante la prima amministrazione Trump, la geopolitica ha iniziato ad assumere in modo crescente un’inedita influenza sugli scambi commerciali. Con l’impattante conseguenza che si è smesso di commerciare con chiunque - guidati solo dalla ricerca del profitto e dell’efficienza, in nome di una globalizzazione che fino a quel momemento avrebbe dovuto stimolare una crescita universale – e si è invece cominciato a intrecciare rapporti prevalentemente con partner di paesi alleati politicamente. Una dinamica molto delicata, dipendente da fattori impossibili da controllare, che rappresenta un ostacolo in più per le imprese interessate a internazionalizzare.
Ne abbiamo parlato con Stefano Schiavo, professore ordinario di Politica Economica presso l’Università di Trento, dove dirige la Scuola di Studi Internazionali dell’Ateneo.
L’export trentino: dati e settori
In una situazione delicata come quella attuale, prima di capire quali strategie attuare per far fronte alle numerose difficoltà che le imprese si trovano ad affrontare, è opportuno fare una panoramica sullo stato dell’arte dell’internazionalizzazione in provincia di Trento.
Una piccola premessa: il Trentino non è tra i territori italiani con i valori più alti di import/export. La sua grande vocazione turistica e il ruolo importante del settore pubblico in termini di personale impiegato sul totale degli abitanti (in provincia di Trento ci sono 77,8 dipendenti pubblici su mille abitanti, in Italia ce ne sono 53,5), contribuiscono a posizionarlo poco al di sotto della media nazionale per quanto riguarda il livello di internazionalizzazione. Una contingenza, questa, che lo rende però un territorio con un delta di miglioramento alto.
Entrando nello specifico, l’export trentino a fine 2024 ha registrato un valore di circa 5,3 miliardi di euro - in lieve crescita rispetto all’anno precedente – mentre l’import si è fermato a 3,4 miliardi. I principali mercati di destinazione sono quelli europei, in particolare Germania (830 milioni – 15,8% del totale), Francia (500 mln – 9,4%) e Regno Unito (400 mln – 8,3%). Come abbiamo visto in precedenza, sono uno dei mercati più promettenti anche gli Stati Uniti, verso cui il Trentino esporta il 12,9% dei propri prodotti, per un valore totale di 683,5 milioni di euro.
I principali prodotti destinati all’estero provengono dai settori manifatturieri (95% del totale), e cinque di questi rappresentano ben il 70% dell’export totale:
- macchinari e apparecchi (22,3%)
- prodotti alimentari e bevande (18%)
- mezzi di trasporto (12,3%)
- legno, prodotti in legno, carta e stampa (9,2%)
- sostanze chimiche e farmaceutiche (7,4%)
Per quanto riguarda l’import, invece, i principali settori sono:
- mezzi di trasporto (20,6%)
- legno, prodotti in legno, carta e stampa (13,4%)
- prodotti alimentari, bevande, tabacchi (11,7%)
Strategie di risposta
Quali sono le principali strategie che le imprese trentine possono adottare per far fronte a situazioni di crisi e incertezza come quella che stiamo vivendo oggi? Come reagire all’eventualità di dazi inaspettati o contingenze di emergenza globale, come quella vissuta durante la pandemia da Covid-19, che hanno il potere di stravolgere da un giorno all’altro le carte in tavola a livello internazionale?
Ce lo spiega Annalisa Bergamo, Dirigente UMSe Internazionalizzazione e Relazioni economiche della Provincia autonoma di Trento.
Gli strumenti messi in campo per le imprese dalla Provincia autonoma di Trento
Lo abbiamo già sottolineato: il Trentino ha ancora buoni margini di crescita e questo ha spinto la Provincia a investire molto sull’internazionalizzazione delle proprie imprese, in termini di risorse e progettualità.
La legge 6/23: un pilatro per la gestione dell’economia trentina
In primis lo sta facendo attraverso la legge provinciale 6/23, che disciplina gli interventi della Provincia nell'economia trentina e che dedica addirittura un intero articolo (il numero 20) alla “Linea d’intervento per la crescita, la qualificazione e l'internazionalizzazione delle imprese”. Riassumendo brevemente, gli aiuti messi a disposizione dalla Provincia – e gestiti da APIAE, l’Agenzia provinciale incentivazione attività economiche - attraverso la legge 6/23 sono i seguenti:
- partecipazione a fiere internazionali: incentivo finalizzato a sostenere la partecipazione delle imprese trentine (PMI o grande impresa) a fiere internazionali svolte sia all’estero sia in Italia, purché ricomprese nel calendario AEFI (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane)
- partecipazione a missioni aziendali congiunte in paesi esteri: agevolazione che sostiene le partecipazioni di PMI o grandi imprese a missioni estere congiunte coordinate da Provincia, enti istituzionali, cooperative, consorzi
- servizi a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese associate: sostiene le spese di studio e analisi nei Paesi extra-UE
- servizi di consulenza legati all’internazionalizzazione: agevolazione destinata a PMI o grandi imprese finalizzata a rafforzare la penetrazione commerciale all’estero attraverso la commercializzazione di beni o servizi
- incentivi per l’assicurazione dei rischi su crediti commerciali: aiuta a mitigare i rischi associati alle operazioni commerciali, specialmente quelle internazionali, facilitando l'accesso a strumenti finanziari e assicurativi adeguati
L’Avviso FESR 2/2024: i manager per l’internazionalizzazione
La Provincia, in questo contesto, sfrutta appieno anche le opportunità offerte dall’Europa. Un’importante iniziativa promossa negli ultimi mesi è per esempio l’Avviso FESR 2/2024. Con questa misura, che attinge dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale ed è gestita da Trentino Sviluppo, vengono messi a disposizione delle PMI fino a 150 mila euro di incentivi a fondo perduto per l’assunzione di manager specializzati in internazionalizzazione.
L’Avviso FESR 1/2024: i manager per l'innovazione, ricerca e sviluppo (S3)
Su questo stesso filone, legato a misure che supportano la crescita delle imprese attraverso l’inserimento di nuove competenze altamente specializzate, la Provincia promuove un altro incentivo in ambito FESR (il n 1/2024). Obiettivo dell’iniziativa: favorire l’innovazione di processi e prodotti delle aziende attraverso l’assunzione in organico di figure professionali legate alle aree di specializzazione intelligente (S3) del Trentino. Anche in questo caso, alle PMI vengono messi a disposizione fino a 150 mila euro di incentivi a fondo perduto.
Un sistema unito: il Comitato strategico per l’internazionalizzazione
È importante lavorare insieme, mobilitando una macchina “di sistema” che proceda unita e compatta per raggiungere obiettivi condivisi. È quello che si sta facendo a livello provinciale attraverso il Comitato strategico per l’internazionalizzazione. Istituito nel 2020, in piena emergenza sanitaria, nel tempo è diventato la principale sede di ascolto, confronto e analisi sulle più efficaci strategie e azioni a sostegno dell’internazionalizzazione. Vi fanno parte rappresentanti della Provincia, Trentino Sviluppo e Trentino Marketing, le associazioni di categoria e la Camera di Commercio. Un gruppo di lavoro molto verticale, presieduto dall’assessore allo Sviluppo economico, lavoro, università e ricerca, che ha portato alla redazione del primo Piano strategico per l’internazionalizzazione, contente una serie di azioni di sistema da mettere a terra per supportare il successo delle imprese all’estero.
Strumenti e servizi di Trentino Sviluppo
Un attore importante in tema di internazionalizzazione è anche Trentino Sviluppo, la società di sistema della Provincia autonoma di Trento che si occupa di sostenere la crescita del territorio e delle sue imprese. Numerose sono le iniziative che mette a disposizione delle realtà trentine che lavorano con l’estero o che vogliono iniziare a farlo.
Scopriamo quali con Alberto Turchetto, Direttore Ambito Servizi alle Imprese di Trentino Sviluppo.
Internazionalizzazione: due imprese trentine si raccontano
Il nostro viaggio alla scoperta di un Trentino resiliente, capace di reagire alle avversità e desideroso di crescere oltre confine anche in momenti di profonda crisi globale, poteva concludersi in un solo modo: con il punto di vista di chi, con l’estero, ci lavora ogni giorno. Siamo quindi entrati in due imprese trentine, che ci hanno aperto le proprie porte per raccontarci come stanno affrontando i mercati esteri e quali sono le strategie per avere successo a livello internazionale.
Salvadori: 90% di export e una vocazione all’economia circolare
La prima realtà che abbiamo deciso di raccontare è Salvadori. Nata nel 1984 in Trentino e da anni insediata in Polo Meccatronica a Rovereto, esporta il 90% del proprio fatturato. Numeri impressionanti, che vanno in controtendenza rispetto al trend nazionale e che sono legati alla tipologia di prodotti che propone. L’azienda infatti progetta e costruisce macchinari per la riduzione degli pneumatici fuori uso e il riciclaggio di altre tipologie di materiali, che prima erano considerati semplicemente degli scarti e che ora possono riprendere vita sotto nuove forme. Va specificato che, quando parliamo di pneumatici, ci riferiamo principalmente a modelli giganteschi, montati sui veicoli off-road usati nelle miniere di tutto il mondo, che pesano diverse tonnellate e sono molto difficili da smaltire. Va da sé che i clienti di Salvadori sono situati soprattutto in paesi a grande vocazione mineraria, come l’Australia, il Cile, il Perù, il Brasile e gli Stati Uniti, anche se non mancano, soprattutto per la parte di stampaggio di granulato di gomma, clienti europei e italiani.
Quali sono le maggiori sfide che un’impresa come Salvadori deve affrontare lavorando con l’estero?
Lo abbiamo chiesto ad Andrea Pitto, Global Business Line Leader di Salvadori.
Metal Working e l’importanza di fare sistema
Anche la seconda impresa protagonista del nostro racconto lavora, non a caso, nel campo della meccanica, che rappresenta, come abbiamo visto, il settore in cui in assoluto si esporta di più dal Trentino. Metal Working, nata nel 2008 a Pergine Valsugana all’interno del BIC di Trentino Sviluppo, progetta e produce due prodotti principali: vani e strutture metalliche per ascensori (è dell'azienda trentina, per esempio, la gabbia metallica dell’ascensore installato all’interno del Colosseo a Roma) e filtri per la depurazione dell’aria nei processi di trasformazione industriale. L’impresa ha sviluppato anche, negli ultimi anni, un terzo filone di attività, che si occupa di creare, in sinergia con alcuni artisti, opere d’arte in metallo utilizzando gli scarti di lavorazione.
Per quanto riguarda l’export, per l’azienda rappresenta il 20% del fatturato totale, ma ben l’80% del mercato della divisione “filters”. Uno dei punti di forza di Metal Working? Essere riuscita a integrarsi bene nel “sistema Trentino” e usufruire degli strumenti che il territorio mette a disposizione delle aziende.
Ce lo raccontano Franca Borzaga, fondatrice ed Executive Director, e Valentino Casagranda, responsabile del sistema di gestione integrato dell’azienda.